Drittofilo: cos’è e come si taglia un tessuto correttamente

La riuscita o meno di una cucitura in molti casi dipende dai particolari, riuscire a comprendere le tecniche migliori può aiutare nelle operazioni più complesse nel corso della lavorazione. Tra i concetti base del mondo del cucito figura sicuramente il taglio, non tutti i tagli però sono identici tra loro e differiscono per tipologia e strumento di utilizzo.

Questa tecnica noi di Hoplites la utilizziamo per la produzione di Jeans  e per tutti gli altri capi di abbigliamento.

Uno dei tagli più importanti per ottenere un risultato di qualità è il dritto

Uno degli aspetti più importanti in fase di taglio per ottenere un risultato di qualità è il dritto filo, ma di cosa si tratta?

Quando si utilizza il termine drittofilo, o dritto filo, si identifica la fase di taglio dopo il posizionamento del cartamodello sul tessuto rispettandone appunto il dritto filo

Questa tipologia di taglio consente di ottenere una forma quanto più retta possibile del tessuto, aiutando a ridurre i tempi di lavorazione e soprattutto lo spreco di materiali.

Da un punto di vista tecnico, si utilizza su un cartamodello sotto forma di un vero e proprio simbolo stampato in forma di freccia riportata sui cartamodelli stessi. La sua utilità risiede principalmente nel consentire una lavorazione priva di errori in cui vi è la massima versatilità per effettuare le modifiche.

Entrando però più nel merito del concetto di drittofilo, risulta evidente come questo identifichi il filo della trama del tessuto, elemento essenziale per evitare errori durante il taglio del materiale scelto.

Ogni tessuto si caratterizza per un intreccio di fili, alcuni di questi si presentano sulla linea orizzontale, altri su quella verticale denotando una chiara direzione di taglio.

Tale condizione differenzia anche quelle che sono le tipologie di drittofilo:

  • orizzontale
  • verticale
  • trasversale
  • e rispettivamente inerenti alla trama, all’ordito e allo sbieco del taglio.

Come si trova il dritto filo nel pantalone?

Preso atto del fatto che un drittofilo non sia altro che il filo della trama del tessuto, è interessante capire come trovarlo nel modo più veloce e diretto possibile.

Riuscire a capire quale sia il drittofilo di un tessuto garantisce una riuscita migliore del lavoro di cucitura finale. Nel caso in cui si avesse l’esigenza di trovare il drittofilo in un pantalone è molto importante eseguire questi passaggi per farlo nel migliore dei modi.

Prima di tutto è indispensabile prendere il taglio di stoffa e posizionarlo su un tavolo grande o un piano ben solido e piegarlo con delicatezza, unendone le cimosse.

Da un punto di vista visivo, il rovescio del pantalone deve essere all’esterno. In questa posizione il drittofilo viene a presentarsi come il filo orizzontale parallelo alle cimosse. Visivamente è evidente osservarlo soprattutto se il tessuto utilizzato ha una colorazione chiara.

Quando si effettua questa operazione nella gran parte dei casi è consigliabile tagliare il tessuto tenendo conto del drittofilo dell’ordito, questo perché i fili longitudinali e verticali hanno una stabilità e una resistenza maggiore. Terminato il processo di taglio è possibile procedere con la cucitura. Quello appena descritto accade nelle lavorazioni sartoriali o in fase di prototipia, mentre per quanto riguarda le produzioni seriali, il posizionamento dei cartamodelli in dritto filo si effettua direttamente con il sistema CAD computerizzato realizzando il piazzamento dei vari pezzi che compongono il modello nel corretto dritto filo. Dopo la realizzazione del piazzamento si effettua la stampa dello stesso il quale viene posizionato direttamente sul tessuto, al fine di poter procedere con il taglio

Cos’è l’Ordito?

Uno dei termini più utilizzati e importanti nel mondo del cucito è sicuramente “ordito”. Con questa parola si identifica quell’insieme di fili che compongono la parte longitudinale dei tessuti, presentandosi fisicamente in direzione parallela alle cimosse.

Quando si acquista un capo d’abbigliamento, sia questo in cotone oppure in materiale diverso, nella gran parte dei casi viene tagliato a drittofilo verticale. Tale condizione accade perché i tessuti, in questo modo, possono avere una versatilità maggiore e garantire ai sarti di poter modificare gli abiti con grande facilità.

Si può notare questa caratteristica tirando due punti di uno stesso tessuto vicini tra loro, precisamente nella parte del drittofilo verticale: risulterà evidente anche a un occhio non esperto che il tessuto soggetto a trazione non si allungherà, questo rimarrà rigido anche sotto una forza notevole. Tale condizione viene ovviamente a mancare nel momento in cui si applica questo sistema a capi d’abbigliamento realizzati con tessuti elastici.

Affinché si possa preparare l’ordito nel migliore dei modi è molto importante munirsi di un orditoio, strumento che permette di eseguire l’orditura senza troppe difficoltà.

Nel caso in cui si dovesse lavorare su un tessuto come il velluto, le pellicce sintetiche o qualsiasi tessuto che presenti dei peli è importante tagliare sempre verso il senso del pelo, cioè verso il basso. Si consiglia di passare la mano sulla superficie da tagliare per posizionare il pelo nella posizione più consona per il taglio verso il basso.

Cos’è la Trama?

Oltre all’ordito, nella terminologia del cucito figura una parola molto importante per ottenere un taglio e una cucitura perfetta: la trama.

Quando si utilizza questo termine ci si imbatte nel contrario del verso orizzontale di tutti quei fili del tessuto, cioè quel verso che passa da una cimosa all’altra. Visivamente può essere facilmente identificato poiché è posizionato perpendicolarmente al dritto filo verticale. La maggior parte dei tagli con tale modalità avvengono su un drittofilo trasversale, ciò è dovuto al fatto che per ottenere una facilità di stampa si cerca di evitare la deformazione.

E’ importante comprendere quelle che sono le differenze tra ordito e trama per ottenere un taglio e una conseguente cucitura quanto più precisa e pulita possibile.

Cos’è lo Sbieco?

Una volta appreso cosa siano l’ordito e la trama è molto semplice comprendere cosa possa essere lo sbieco. Quando si effettua un taglio, quest’ultimo può essere eseguito in diverse direzioni.

Nel momento in cui ci si ritrova una direzione diagonale che forma precisamente un angolo di 45° rispetto alle cimose, allora si è in una condizione di sbieco. Questa tipologia di taglio è molto utilizzata poiché riesce a donare grande elasticità ai tessuti e un’ottima versatilità quando si hanno esigenze particolari per le modifiche.

Lo sbieco è utilizzato principalmente nelle gonne anni Cinquanta, queste presentano ondulazioni che difficilmente possono essere generate con un taglio lineare.

Nella condizione in cui vengano tirati due punti del tessuto vicini tra loro, seguendo la linea di sbieco, è evidente un allungamento estremamente esteso. Ciò evidenzia quanto sia elastico e ideale per realizzare capi d’abbigliamento in cui sono previste scollature oppure giromanica.

Sebbene possa sembrare un taglio semplice da applicare, in realtà è indispensabile rilevare il drittofilo per capire come utilizzare al meglio il tessuto, così da poterlo applicare al modello senza incorrere in sbavature o piccoli rigonfiamenti.

I sarti amano particolarmente il taglio in sbieco poiché consente di agevolare le operazioni di lavorazione, soprattutto quando queste sono volte a rendere il tessuto più malleabile possibile.

L’errore più grande che si commette quando non si ha esperienza nell’arte del cucito è considerare il taglio in sbieco privo di dritto filo, in realtà è indispensabile posizionare il tessuto nel verso migliore per non rovinare completamente il taglio.

Affinché si possa trovare il drittofilo nel minor tempo possibile è consigliabile tener presente, quando si realizza il cartamodello, di segnare il drittofilo originale; quest’ultimo è facilmente identificabile una volta posizionato all’inizio della lavorazione.

Cos’è la Cimossa?

L’utilizzo del termine cimossa è molto comune non solo per i sarti, ma anche per i venditori che realizzano i rotoli di tessuto. Quando si utilizza la parola cimosa si identifica il bordo che non viene tagliato di un tessuto, cioè il lato sinistro e destro quando il tessuto stesso esce dal telaio, arrotolato.

In molti casi si evidenzia la distanza tra una cimossa e l’altra; questa viene chiamata altezza e viene ad essere l’altezza, tecnicamente la larghezza, reale della pezza di tessuto.

Acquistare una cimossa di qualità è molto importante per creare delle lavorazioni eccellenti. Infatti, tutti i fili d’ordito che vengono a comporre la cimossa garantiscono una compattezza e una struttura migliore quando si passano nel pettine.

I vantaggi di una cimossa ben realizzata sono tanti, questa permette di proteggere il tessuto dalle sfilacciature, garantisce l’aggancio a cunei particolari senza lasciare segni ed è usualmente utilizzata come ornamento in molti processi di produzione di abbigliamento.

La scelta di un tessuto di qualità è tanto importante quanto conoscere tutti i segreti di questi termini.

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