Econyl: tessuto ecosostenibile di nylon rigenerato e riciclato dalla plastica

In questo articolo parleremo in modo dettagliato del materiale Econyl, una fibra molto particolare che sta trovando applicazione prevalentemente nel mondo del settore tessile e, grazie alle sue peculiari qualità, sta contribuendo alla crescita di una moda ecosostenibile.

Scopriremo nel dettaglio di cosa si tratta, come viene prodotto questo materiale, quali vantaggi comporta e perché noi di Hoplites lo utilizziamo per le nostre produzioni di abbigliamento.


Cos’è Econyl e come viene prodotto?

Come possiamo facilmente intuire dal nome, Econyl è una fibra derivata dal nylon, che si distingue per la sua natura eco-friendly: si tratta infatti di un materiale riciclato e riciclabile al 100%.

Nello specifico, il materiale di partenza sono rifiuti plastici che provengono dagli impianti di smaltimento in cui sono raccolti oppure sono prelevati dagli oceani, nelle cui acque brulicano bottiglie e reti da pesca.

La fusione di tutti questi materiali di scarto avvia una trasformazione che si conclude con la produzione di un tessuto innovativo che viene impiegato per produrre capi di abbigliamento e accessori di moda. In tal modo, Econyl si propone come una valida alternativa al nylon, che invece tutti conosciamo per essere una sostanza derivata dal petrolio e frutto di una sintesi tra agenti chimici che ne determinano la produzione, quindi molto inquinante, sia per l’atmosfera che per le acque.

Oltre alle emissioni nocive disperse in atmosfera, infatti, occorre considerare quella di microplastiche dannose che vengono disperse in mare compromettendo l’ecosistema. Econyl, invece, abbraccia una filosofia green rendendosi protagonista attivo di un ciclo produttivo responsabile in ogni fase della sua produzione, fino al riciclo della materia stessa, dando luogo a una dinamica volta ad azzerare gli sprechi.

Nello specifico, come vedremo in seguito, durante la sua produzione Econyl richiede l’utilizzo di molta meno acqua rispetto al nylon vergine, e può vantare un quantitativo di gas serra dispersi inferiore dell’80%. Ma il vero punto di forza riguarda senza dubbio il modo in cui i materiali d’origine vengono riutilizzati: scarti industriali e reti da pesca impiegano diverse decine di anni per decomporsi ed essere assorbite dall’ambiente, ma Econyl li utilizza così come vengono prelevati, inserendoli immediatamente in un processo circolare che contribuisce alla preservazione degli oceani da questi scarti che rischiano di intaccarne la bellezza e gli equilibri.

Caratteristiche, proprietà e vantaggi dell’Econyl

Ciò che risulta dal processo produttivo di Econyl, che vedremo in seguito, è un materiale sostanzialmente assimilabile a un nylon ecologico, e quindi presenta anche caratteristiche fisiche analoghe. Si distingue innanzitutto per essere un tessuto forte e allo stesso tempo elastico, qualità che lo rende particolarmente adatto a creare indumenti elasticizzati e attillati, come i leggings, i costumi da bagno, i capi sportivi.

A differenza di molti altri tessuti, non si impregna d’acqua, anzi si rivela piuttosto impermeabile e asciuga molto velocemente; il che lo rende particolarmente adatto per indumenti impermeabili come trench e giacche anti-vento per chi viaggia spesso.

Econyl è anche campione di praticità, dal momento che è facile da lavare anche in caso di macchie e non richiede particolari cure.

Per quanto concerne le caratteristiche ecologiche, i vantaggi di Econyl sono molti, e cominciare dalla sua completa riciclabilità, che può avere luogo potenzialmente per un numero infinito di volte (a seconda dei trattamenti ai quali la fibra è stata sottoposta) senza che il tessuto perda le sue qualità. Questo dato rappresenta un pregio davvero importante, dal momento che l’industria tessile produce un enorme quantitativo di rifiuti ogni anno, che producono un impatto sull’ambiente molto consistente.

Tra tutti i materiali, inoltre, il nylon è uno dei maggiormente dannosi. Gli indumenti e gli accessori che vengono realizzati con questo filato non riciclabile, infatti, una volta che vengono scartati possono solo essere eliminati tramite combustione. Ma ciò non fa altro che produrre gas che costituiscono vero e proprio veleno per l’ecosistema. Econyl presenta tutti i presupposti per dare avvio a una transizione andando a sostituirsi al nylon tradizionale, favorendo il passaggio verso una moda circolare.

Le fasi di produzione di Econyl


La creazione di questo materiale comincia con il recuperare il nylon usato, ricavandolo dai rifiuti delle lavorazioni industriali e soprattutto dalle acque di mari e oceani, che soffrono in modo particolare per il materiale plastico che viene scartato. Basti pensare che le sole reti da pesca costituiscono addirittura il 10% dei rifiuti che si accumulano sui fondali invadendo l’ambiente naturale marino e vagando per le acque anche per 500 anni, secondo i dati raccolti dalla FAO.

È quindi facile intuire quanto questi elementi rappresentino una fonte di pericolo per l’ecosistema ma anche per le creature che lo abitano, come tartarughe, balene, pesci e uccelli, che possono cadere vittima dell’irresponsabilità umana.

Ogni anno, infatti, i rifiuti plastici dispersi in mare soffocano o strangolano circa 100mila animali, che li scambiano per fonti di nutrimento che normalmente rientrano nella loro dieta (come le meduse per le tartarughe) oppure involontariamente ne ingeriscono dei frammenti.

Proprio dal recupero dei rifiuti inizia il ciclo produttivo di Econyl. Le materie selezionate per essere riciclate.

Vengono sottoposte a una cernita più severa e quelle adatte per proseguire l’iter di lavorazione vengono lavate, mentre gli scarti vengono inviati in punti di smaltimento appositi per essere definitivamente eliminati.

Il passaggio successivo coincide con la depolimerizzazione, finalizzata all’estrazione del caprolattame attraverso un processo chimico certificato dal ridotto impatto ambientale.

Il caprolattame rappresenta la materia prima essenziale per la produzione di Econyl, e viene poi sottoposto a una nuova polimerizzazione, al termine della quale viene trasformato in nylon 6.

Questo, a sua volta, è destinato a subire un altro trasferimento in uno stabilimento produttivo specializzato, che darà vita, finalmente, al filo di Econyl arrotolato in bobine.

L’ultima fase, ovviamente, consiste nella commercializzazione del tessuto finito, che viene immesso sul mercato disponibile in molti diversi colori e venduto in base ai due principali utilizzi ai quali è finalizzato, come Econyl per abbigliamento o Econyl per tappeti.

In quali capi d’abbigliamento viene usato principalmente?

 
Vediamo ora quali sono i prodotti finali che vedono la luce grazie al materiale innovativo.

Prima di tutto occorre specificare che Econyl non è propriamente il nome di un tipo di tessuto, ma un marchio registrato dalla società Aquafil, che detiene la certificazione per la produzione di questo particolare nylon rigenerato, esattamente come avviene per altri tipi di prodotti, come il NewLife, ottenuto dalla rigenerazione delle bottiglie di plastica.

Detto ciò, la differenza principale tra la fibra che costituisce Econyl e quella degli altri materiali sintetici che più frequentemente vengono utilizzati nell’ambito della moda, è data dalla sua resistenza all’usura, sebbene al contempo sia un tessuto morbido che lascia una piacevole sensazione a contatto con la pelle. Inoltre, rispetto al nylon tradizionale, Econyl non genera cariche elettrostatiche che provocano quegli sgradevoli effetti che tutti conosciamo quando ci sfiliamo un maglione, non è altrettanto facilmente soggetto a infiammarsi e presenta inoltre una buona elasticità, dimostrandosi quindi più versatile a livello di varietà di oggetti che si possono ricavare dal suo impiego.

In ogni caso, è anche possibile non impiegare Econyl in forma pura, ma miscelarlo a fibra di altre sostanze per combinarne le proprietà in modo da ottenere un tessuto più confortevole e che rispecchi le caratteristiche desiderate per il particolare tipo di prodotto che si desidera fabbricare.

Ad esempio, se viene mescolato a elastan o lycra, risulta ancora più elastico. I prodotti realizzati in Econyl possono inoltre contare su una maggiore longevità rispetto a quelli che impiegano altri materiali, grazie alla migliore qualità della fibra.

Per quanto concerne la specifica tipologia di indumenti per i quali Econyl è stato concepito, questo tessuto di ultima generazione ha trovato inizialmente la sua prima destinazione d’uso nella creazione di costumi da bagno. Tuttavia, presto iniziano a emergere i suoi pregi in materia di comodità, che lo attestano come una fibra comoda da indossare, estremamente pratica ma allo stesso tempo confortevole, senza rinunciare a una gradevolezza visiva data dalla luminosità caratteristica del nylon. Di conseguenza, il suo utilizzo si espanse a una nutrita schiera di capi di abbigliamento sportivo per uomo e donna. Econyl si attesta quindi come fibra amica degli amanti dell’attività fisica, consentendo un’ottima libertà di movimento, una piacevole sensazione di morbidezza e anche un’adattabilità a tutte le condizioni, essendo piuttosto traspirante.

Ma l’impiego di questo straordinario materiale non si limita solo al mondo industriale: ormai ci troviamo in presenza anche di alcune ditte che si occupano di produrre capi artigianali e di sartoria industriale, garantendo standard qualitativi di prim’ordine.

Un esempio è Hoplites, che porta avanti una tradizione lavorativa basata anche sull’artigianato di qualità, e che ora si è rinnovata grazie all’impiego di Econyl.

Impatto ambientale ed ecosostenibilità


Infine, parliamo dell’aspetto che più di tutti distingue Econyl, ovvero il basso impatto ambientale e il suo intento di proporsi come valida alternativa ecosostenibile ai materiali utilizzati tradizionalmente nell’industria tessile. Lo stesso processo produttivo, a partire dal recupero dei materiali di scarto che rappresentano la materia prima dalla quale si ricava il filo, è pensato per inserirsi alla perfezione all’interno di un business di economia circolare, basato sul recupero dei materiali di scarto e sul riciclo per regalare una seconda vita a ciò che altrimenti sarebbe destinato ad essere eliminato nuocendo all’ambiente.

Econyl si presenta dunque come una fibra green a tutti gli effetti, che può essere utilizzata infinite volte per produrre capi di abbigliamento di alta qualità e dalle elevate caratteristiche tecniche.

Se questo materiale si diffondesse in modo significativo, sarebbe per questo motivo possibile ridurre drasticamente i livelli di consumo di petrolio greggio e carbone, che provocano danni davvero ingenti all’ambiente, specialmente a causa delle sostanze nocive che vengono disperse come risultato della loro raffinazione.  Al posto del petrolio utilizzato per sintetizzare le classiche plastiche, infatti, verrebbe impiegato del materiale di scarto come le cosiddette reti fantasma, che non solo cadono in disuso, ma vengono anche abbandonate in grandi quantità (ben 640mila tonnellate all’anno!) e in modo irresponsabile in mare, dove possono facilmente trasformarsi in trappole mortali per le specie che non sono solitamente pescate dall’uomo, causando uno scompenso floro-faunistico consistente.

Come ultima cosa, i processi di produzione di questo materiale consentono di risparmiare sull’utilizzo di acqua rispetto al comune nylon, e a lungo andare si tradurrebbero in un consumo di energia decisamente inferiore. Tutti i passaggi, inoltre, dall’approvvigionamento di rifiuti alla commercializzazione, sono disponibili al pubblico, e dunque godono di un alto tasso di tracciabilità e di un ottimo livello di trasparenza da parte delle società produttrici, facilitando la comunicazione con i marchi che richiedono la fibra per realizzare i loro prodotti.

Basandoci su queste informazioni, possiamo concludere che, nonostante sia impossibile al momento azzerare l’inquinamento derivante dalla lavorazione del materiale destinato al mondo della moda, Econyl rientra a pieno titolo tra le fibre sintetiche più ecosostenibili che si possono trovare in commercio, e fa parte di un ampio progetto di rilevanza internazionale che include, oltre all’Italia, Grecia, Norvegia, Stati Uniti, Turchia, Pakistan, Thailandia ed Egitto, nell’ottica di sfruttare al massimo la possibilità di rigenerare i rifiuti plastici e ampliare questa dinamica di economia circolare alla quale Aquafil ha dato il calcio d‘inizio.

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